Aziende e start-up si stanno concentrando per sviluppare un diverso tipo di batterie come le batterie al sale. Ma come funzionano? Possono davvero rappresentare una nuova opportunità per un futuro più green e sostenibile?
Le batterie al sale: come funzionano
Le batterie al sale rientrano nella categoria delle batterie termiche, ossia accumulano energia sotto forma di calore. Due sono i componenti principali che permettono di stoccare e rilasciare energia, il cloruro di Sodio, il comune sale da cucine e il Nichel. Nella fase di carica il sodio fuso reagisce con il nichel ad alte temperature (le batterie lavorano tra i 270 e i 350 °C), e si forma sale e cloruro di nichel. Quando c’è bisogno di energia gli ioni si spostano nella direzione opposta della reazione, viene rilasciato calore, utilizzato come energia, e il sistema si raffredda.
Perché le batterie al sale sono più green?
Le batterie al litio presentano dal punto di vista ambientale due grandi punti deboli: contengono materiali che devono essere estratti e le operazioni di smaltimento e riciclaggio sono complesse e costose. L’estrazione di materiali è un’operazione che ha un grosso impatto sull’ambiente: è necessaria molta acqua, vengono prodotte tossine ed spesso è necessario modificare interi ecosistemi per prelevare il materiale dal sottosuolo.
Una volta utilizzate le batterie al litio c’è poi il problema di cosa farne, si tratta di rifiuti pericolosi difficili da gestire e da riciclare.
Le batterie al sale invece, presentano come componente principale il sale, facilmente reperibile, sono più semplici da riciclare (non sono tossiche per l’uomo) e hanno una durata maggiore rispetto a quelle al litio (circa 20 anni), quindi si producono meno rifiuti nel tempo.
Ma i vantaggi delle batterie al sale non finiscono qui:
- Sono più sicure. Il litio è un elemento molto reattivo e il pericolo di incendio è elevato. Le batterie al sale invece sono tra le più sicure sul mercato
- Sono meno sensibili alle variazioni di temperatura: operano all’interno di un intervallo di temperatura molto ampio (-20°C e +60°C)
- Non hanno bisogno di manutenzione
Le Sfide da Superare
A questo punto ci si potrebbe chiedere perché queste non siano le batterie più utilizzate ad oggi. ll motivo principale è che se le batterie si scaricano completamente, e dunque si raffreddano, ci vogliono più di 10 ore per riportarle alla temperatura operativa (> 270C°) e solo a quel punto si possono ricaricare. Nella pratica questo significa che queste batterie non sono adatte a ricariche veloci e non possono essere utilizzate solo occasionalmente. Ad oggi inoltre, le batterie al sale costano di più, anche perchè il numero di aziende che le producono sono limitate.
Batterie al sale e auto elettriche: a che punto siamo
Le batterie al sale sono attualmente una realtà per la mobilità elettrica. In Italia l’azienda FZ Sonick ad esempio, produce batterie al sale utilizzate per veicoli commerciali e bus. Il problema maggiore risiede nella velocità di ricarica, per questo non vengono ancora utilizzate ampiamente per le auto elettriche, anche se le cose presto potrebbero cambiare grazie a una nuova tipologia di batterie che usano sempre il sale, quelle agli ioni di sodio.