animazione di caricamento 1 auto di caricamento animazione di caricamento 2

BMW ed ENI firmano l’accordo HVO: il biodisel che sfida l’elettrico.

Foto profilo Carlo

Carlo

23/07/2025 - 04.26

In un mercato automobilistico dominato dal passaggio all’elettrico, BMW ed ENI provano ad imporre un nuovo trend. Una soluzione innovativa frutto dell’unione delle loro forze: l’Hydrotreated Vegetable Oil, un biocarburante innovativo che permette di ridurre le emissioni senza abbandonare i motori a combustione.

BMW ed ENI firmano l’accordo HVO: il biodisel che sfida l’elettrico.

Nello scorso giugno le due aziende hanno firmato un accordo che sigla la loro alleanza strategica nel promuovere l’uso dell’HVO nei motori BMW diesel andando così a sviluppare congiuntamente delle soluzioni di mobilità sostenibile.

 

Cos’è l’HVO e perché è così innovativo?

L’HVO (Carburante vegetale idrotrattato) è un biocarburante di seconda generazione prodotto attraverso un processo di idrogenazione di oli vegetali ed altri rifiuti organici. L’HVO si distingue dai tradizionali biocarburanti (FAME). La sua struttura chimica ricorda quella del diesel fossile, ma risulta essere più pulito, stabile e maggiormente adatto per motori diesel all’avanguardia. Al suo interno non c’è ossigeno e questo comporta l’abbassamento del punto di gelo ed una maggiore efficienza di combustione.

In Italia è commercializzato come HVOlution da Enilive. L’azienda ha affermato nel 2025 che l’utilizzo di HVO riduce le emissioni di gas serra fino al 90% durante l’intero ciclo di vita - “well-to-wheel” -, dalla produzione all’utilizzo.

 

L’accordo BMW-ENI: una strategia comune

BMW Italia ed ENI, il 26 dello scorso giugno, hanno siglato una lettera d’intenti per avviare una partnership strategica nell’ambito della mobilità sostenibile. L’alleanza si incentra su tre pilastri:

  1. Supporto alla mobilità sostenibile basata sul principio di neutralità tecnologica e sinergia tra varie soluzioni energetiche: con un ecosistema che valorizza il rapporto tra produttore energetico ed industria; volto a coniugare ricerca, sviluppo tecnologico e necessità del mercato con gli obiettivi di decarbonizzazione.
  2. Realizzazione di nuove proposte in ambito di biocarburanti: attraverso test sui motori BMW e campagne di marketing congiunte.
  3. Espansione delle infrastrutture di ricarica elettrica, le aziende si impegnano, per esempio, ad individuare nuove aree per l’installazione di punti di ricarica. La collaborazione sul punto si esprime nell’azione pratica di ENI Plenitude, già attiva nel settore elettrico.

 

Da dove viene l’HVO

Il biocarburante è prodotto in Italia nelle bioraffinerie di Venezia e Gela, utilizzando solo materie prime rinnovabili e rifiuti, in accordo alle previsioni della direttiva UE RED II.
La catena di approvvigionamento è trasparente e tracciabile e comprende poli agricoli situati in Kenya, Mozambico e Congo, che producono oli vegetali non destinati all’alimentazione e sottoprodotti derivanti da rifiuti. Questo scenario prevede aspetti positivi sia per l’impatto ambientale che per la sostenibilità socio-economica nei paesi in via di sviluppo.

 

Dove trovare l’HVO in Italia

Già nel febbraio 2023 ENI ha avviato la distribuzione di HVOlution in 50 delle sue stazioni di servizio, con l’obiettivo di raggiungere le 150 stazioni di rifornimento HVOlution entro il mese di marzo 2023. Ad oggi si possono contare poco più di 150 punti di distribuzione sparsi in 33 province italiane e nelle grandi città (Milano, Roma, Torino, Bologna e Genova su tutte).

In Italia, oltre ENI, ci sono altri distributori in cui è possibile acquistare carburanti HVO. Si può trovare HVO+ nei punti di distribuzione Q8 e l’HVO100 nelle stazioni di servizio Costantin.
La sempre più ampia diffusione di HVO lo colloca oggi come alternativa, possibile e credibile, ai combustivi fossili, tracciando una strada percorribile di mobilità sostenibile per i veicoli diesel.

Migliori offerte

Quanto costa l’HVO?

Attualmente l’HVO risulta leggermente più costoso del carburante diesel tradizionale. Parliamo di una maggiorazione che sta tra €0,05 e €0.10 al litro, con variazioni sulla base della zona in cui la stazione di servizio è collocata.
Nel corso del tempo ENI ha lanciato diverse iniziative, tra scontistica e promozioni, volte ad incentivare l’avvicinamento dei consumatori all’HVO.

Il sovrapprezzo è necessario per garantire la filiera sostenibile e la trasparenza del processo.  Il metodo di produzione certificato apporta benefici ambientali a lungo termine. L’aspetto green ha portato l’HVO a riscuotere consensi tra i gestori di flotte di mezzi ed i consumatori attenti all’ambiente. 

 

L’HVO può essere un’alternativa valida rispetto all’elettrico?

A ben vedere parlare dell’HVO come un’alternativa sostituibile all’elettrico è impreciso. È invece più utile ragionare in termini di complementarità.
In particolare l’HVO consente una decarbonizzazione immediata senza dover attendere la sostituzione dei veicoli attuali con veicoli elettrici.
Inoltre, nel panorama aziendale consente una transizione graduale e low-cost verso l’obiettivo di abbattere le emissioni.

D’altro canto, il futuro in casa BMW è legato ad una visione multi-tecnologica della mobilità e l’HVO si presenta come un carburante rinnovabile, di immediata integrazione e perfettamente adatto al presente.

 

Il futuro dell’HVO in Europa

L’interesse per l’HVO non è ristretto alla sola Italia. Il biocarburante è già largamente diffuso nei paesi scandinavi, in particolare in Svezia, dove raggiunge piazzamenti altissimi nella percentuale di utilizzo nei veicoli su strada. Anche nei Paesi Bassi è largamente diffuso.
Dei dati risalenti al biennio 2021-2022 mostrano come in Belgio sia stata introdotta una miscela composta per il 20% da HVO per il riscaldamento in ambito domestico, con ottimi risultati sia in termini di efficienza che in termini di emissioni.
In alcuni paesi esistono degli incentivi fiscali per l’utilizzo di carburanti rinnovabili e la Commissione Europea ha inserito l’HVO nella lista dei biocarburanti avanzati considerati idonei al raggiungimento dei Target climatici ed energetici 2030 dell’Unione Europea.

Con una capacità di produzione in crescita ed il supporto di case automobilistiche come BMW, HVO continuerà a crescere in Europa come testimonianza che la mobilità sostenibile è già una possibilità concreta.

 

Conclusioni

La collaborazione tra ENI e BMW dimostra cosa sia possibile ottenere quando tecnologia, cooperazione e pragmatismo si uniscono per guidare la transizione verso un’energia sostenibile.
Certamente l’HVO non è la panacea di tutti i mali, ma gioca un ruolo fondamentale in un approccio tanto semplice quanto innovativo e funzionale, che prevede la riduzione delle emissioni attraverso l’uso di veicoli ed infrastrutture esistenti ed in grado di produrre un positivo ed immediato impatto climatico.

Nella corsa verso un futuro ad emissioni zero, la sinergia tra elettrico, ibrido e biocarburanti di nuova generazione, sembra essere il tragitto più breve. 

Pre

Prossimi articoli

animazione di caricamento 1 auto di caricamento animazione di caricamento 2

animazione di caricamento 1 auto di caricamento animazione di caricamento 2

animazione di caricamento 1 auto di caricamento animazione di caricamento 2