Si tratta in realtà di un passaggio annunciato da tempo, previsto anche dalla normativa europea, ma che solo a partire dal 6 luglio è diventato veramente effettivo.
Siamo consapevoli che la notizia ha campeggiato su numerosi articoli online, eppure la maggior parte tratta l’argomento in modo superficiale ed inesatto, rendendo difficile per i cittadini comprendere quando davvero tutto ciò inizierà a incidere sulla loro vita quotidiana.
Cos’è l’Alcolock e cosa dice il decreto
L'Alcolock è un dispositivo elettronico da installare nel veicolo, collegato al sistema di accensione, che obbliga il conducente a soffiare in un etilometro prima di poter avviare l’auto.
Qualora il tasso alcolemico rilevato superasse lo 0,0‰, il motore non parte. Il decreto italiano recepisce una direttiva europea e prevede l’obbligo di installazione per tutti i nuovi veicoli omologati a partire dal 6 luglio 2025.
L’installazione è richiesta anche sulle auto già circolanti utilizzate da conducenti recidivi in materia di guida in stato di ebbrezza: quindi se hai avuto problemi di guida in stato di ebbrezza sarai costretto ad installare il dispositivo nel tuo veicolo.
Il provvedimento, quindi, ha due binari:
- uno preventivo: per i veicoli di nuova fabbricazione
- uno punitivo; per chi ha già avuto infrazioni per alcol alla guida
Tuttavia, numerosi interrogativi si sono sollevati sull’utilità del provvedimento e sull’effettiva applicazione.
Le criticità pratiche: installazione, costi e compatibilità
Mentre le nuove auto potranno essere progettate con il dispositivo integrato fin dall’origine, molti dubbi pratici riguardano l’installazione dell’Alcolock sui veicoli più datati.
Nel parco auto italiano sono presenti numerosi veicoli molto datati che potrebbero non essere compatibili senza interventi costosi o addirittura tecnicamente impossibili.
Al momento non è stato ancora specificato se lo Stato o le case automobilistiche prevedano incentivi o supporti economici per l’adeguamento dei veicoli.
In verità attualmente i costi finali a carico dell’utente sono ancora un'incognita: in alcuni Paesi europei si parla di cifre tra i 1.000 e i 1.500 euro, escluse manutenzione e calibrazione periodica del dispositivo.
Molte critiche si sono alzate anche per quanto riguarda la sicurezza tecnica del sistema: si teme che possano emergere problemi legati all’elettronica del veicolo, o peggio, guasti al motore e falsi positivi che impediscano l’accensione dell’auto in assenza di alcol.
Il rischio della manomissione e dell’uso improprio
Fatta la legge, trovato l’inganno, in questo caso ci hanno già pensato gli automobilisti degli altri Stati. In altri Paesi, come gli Stati Uniti o la Svezia, dove il sistema è in uso da anni, si sono verificati casi di aggiramento del test tramite l’uso di soffi esterni, pompe d’aria, o veri e propri emulatori.
Questi raggiri, seppur illeciti, mettono in evidenza un limite strutturale del sistema: la sua efficacia dipende in buona parte dalla volontà del conducente di rispettare le regole.